L’assenza del primo presidente nero ai funerali del più grande pugile di tutti i tempi: perché?
Barack Obama non c’era. Il primo presidente nero d’America ha preferito presenziare alla festa del diploma della figlia. Forse Barack ha avuto paura di tutto ciò che hai rappresentato, di tutto ciò che sei stato, di tutto ciò che hai lasciato.

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Certo, non ce l’aspettavamo, che proprio lui sarebbe mancato. Del resto, Muhammad, per starti accanto ci vuole tanto coraggio, ci vuole sfrontatezza, ci vuole voglia di lottare, contro tutto e contro tutti. Barack Obama non c’era, al funerale di Muhammad Ali. Chiara scelta, politica e religiosa. Chiaro messaggio, mandato a chi deve capire, e speriamo avrà capito. L’assenza del presidente nero pesa, ha pesato, peserà.

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Non si può non essere presenti al funerale di un uomo che ha detto “non ho nulla contro i Vietcong, nessuno di loro mi ha mai chiamato negro”, se ti chiami Obama. Non si può paragonare il diploma della figlia (fatto assolutamente e strettamente personale) al funerale di un uomo che ha predicato la pace per tutta la vita, facendo a pugni prima sul ring e poi con la malattia. Non ci si può nascondere dietro a un dito, quando la luna di Muhammad Ali è talmente luminosa da farti comunque ombra, avendo inventato una poesia come “me, we” davanti a un pubblico bianco.

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Caro Barack, non c’eri, a Louisville, quando Muhammad Ali ritornava a casa per essere seppellito là dove tutto era iniziato. Caro Barack Obama, sei stato l’ultimo avversario che “The Greatest” ha mandato al tappeto. Ali ti ha battuto, anche da morto.
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